Livia Zottola

 

Livia Zottola è nata a Lecce nel 1933, ma è vissuta tutta la vita in Alto Adige; dal 1949 risiede a Bolzano. Suo padre che era un pittore dilettante figurativo è stato il primo ad ispirarle l’amore per l’arte. Ha cominciato a dedicarsi alla pittura negli anni ottanta concentrandosi in un primo momento sull’acquarello con il professor Piol, Ha poi frequentato corsi di disegno con il professor Durante e, soprattutto di china, con il maestro Ferruccio Righi. Poi però si è dedicata alla pittura ad olio su tela che è la forma di espressione che più la realizza. Molti dei suoi lavori sono estemporanei e per questi ha ricevuto diversi importanti premi. Per quanto riguarda la pittura ad olio è autodidatta. La sua pittura è figurativa, ama particolarmente i paesaggi marini, nella realizzazione dei quali ha ormai acquisito un livello elevato. Esegue però anche molti altri soggetti come paesaggi ed anche figure. La sua è una pittura di getto assimilabile all’impressionismo.

Le donne in libertà di Livia Zottola
Ci troviamo di fronte a una pittrice che dipinge tante donne – e son donne in libertà – che si presentano in genere senza vestiti – non per suscitare l’interesse guardonesco di qualcuno – ma per volerci dire: “anche noi – cari maschietti siamo libere né più ne meno di voi – e pretendiamo questo nostro diritto!.. – e Livia Zottola ce le presenta per quello che sono – con un pennello attento ad ogni posizione e ad ogni forma – usando colori altrettanto attenti per presentarcele in ogni situazione. – donne alle volte un po’ tristi – alle volte contente – piuttosto indifferenti a noi che le guardiamo. – ci dice Livia Zottola che non le piace il grigio perché quasi non sembra un colore. – ma senz’altro non è del tutto vero. – un bruno Van Dick mescolato con la biacca ci fa vedere un grigio accattivante e simpatico – quel grigio – per esempio – della chioma d’una donna che ama da qualche decennio – ed anche dal grigio – alle volte – ci guizzino fuori riflessi azzurrini che ce lo riportano a livelli cromatici. – ed è questa la libertà che la pittrice rivendica per le sue donne: “rispettatele – maschietti in qualunque situazione”. – cerchiamo pertanto di apprendere questo messaggio mentre godiamo delle sue opere. Grazie Livia Zottola

Giancarlo Mariani 2014

Trasformare le impressioni in paesaggi: la mostra di Livia Zittola Camozzi
La figura, il paesaggio, fiori. Qualcuno disse di lei: “le ombre di Livia nascono in attimi imprecisati. La sua forza e la sua bravura sta nel trasformare le sue impressioni in paesaggi.” Ed è vero. La signora Livia Zottola Camozzi, classe 1933, ha una capacità incredibile: ricrea le immagini dell’immaginario collettivo. 

E come ogni anno, sempre puntuale, Livia ha inaugurato una mostra dei suoi splendidi quadri presso la galleria di piazza Domenicani 23. Aperta fino al 25 giugno, quest’anno l’esposizione di Livia è a tema “paesaggi”, anche se in realtà ci confessa, lei l’avrebbe rinominata “fritto misto”. “I paesaggi sono una parte importante della mostra di quest’anno” ci racconta” Però, come si può vedere, ho deciso di esporre anche tanti fiori ed un nuovo esperimento, ovvero un quadro dedicato al firmamento. Non è il mio stile, ma vista la mia giovane età posso permettermi di sperimentare e dedicarmi anche a cose nuove.” I soli 83 anni di Livia infatti non le impediscono di dedicarsi in tutto e per tutto alla sua passione, scoperta in tarda età, nonostante sia cresciuta con padre che si dilettava a dipingere. “il mio papà dipingeva di notte” spiega “Ma io di notte ero solita dormire. In ogni caso sono vissuta in mezzo all’arte fino da piccola, anche se alla fine ho iniziato a dipingere solo nel 1982. Poi la famiglia e gli impegni mi hanno allontanata da colori, tele e pennelli, fino a quando non sono riuscita a ricominciare nel 2000. Da allora dipingo tutto ciò che mi aggrada, anche se in realtà prediligo i paesaggio”.

Martina Capovin 2016

Tutto il talento di Livia Zottola all’Espace “La stanza”
Non è mai troppo tardi per scoprire il proprio talento, questo sembra dire la nuova mostra all’Espace La stanza di via Orazio, a Bolzano. Livia Zottola Camozzi, pur avendo in famiglia un padre artista, fin da bambina non mostrò alcun interesse per la pittura. Poi, in età adulta, la dote di figlia d’arte, rimasta latente per anni, si risvegliò. Dopo le prime esperienze come autodidatta, coltivò il piacere di dipingere e da allora non smise più. “Non passa una giornata senza che non dia una pennellata” sorride parafrasando in rima Livia Zottola. E dichiara esplicitamente la sua irrinunciabile passione per l’arte, ritenendola quasi una ragione di vita. Il suo è un figurativo lirico, a tratti crepuscolare, rivolto essenzialmente alla natura e al paesaggio. Si intravede, nelle luminosità dei cieli e delle nuvole, nella quiete dei paesaggi, siano essi ampie e profonde vedute oppure brevi scorci d’ambiente, un’atmosfera d’incanto, quasi di sogno. Infatti, come afferma l’artista stessa, molti dei suoi paesaggi sono inventati, nascono su ricordi, memorie di luoghi frequentati o solo intravisti, visioni idealizzate che si ripresentano arricchite dai toni dell’immaginazione. Emozioni vissute che si ripresentano e vengono dipinte in totale spontaneità, fedeli ad una realtà figurativa arricchita da suggestioni quasi surreali. Le sue marine, invece, sono tratte dal vero en plein air. Sono episodi trascorsi davanti ad ampi orizzonti dai mille colori, grandi distese di onde increspate dal vento, costellate dal luccichio discontinuo del sole, oppure sono piccoli tratti di costa, insenature e calette che custodiscono la quieta trasparenza del fondale, ritratte a rischio e pericolo di cadere scivolando sulla riva scoscesa. Ci sono anche assolate battigie, accarezzate dal ritmo di piccole ondine, ma anche tratti di costa dove le onde impetuose si rifrangono sugli scogli. Insomma qualche bella pagina del multiforme ambiente naturale della riviera, con l’ampiezza di cieli popolati di nuvole lambite dal sole riflesse in un mare in perenne mutamento. E tante sensazioni, dispensate generosamente dalla natura, custodite dalla memoria, che riemergono dal fondo dell’animo per diventare immediatamente soggetti di un quadro, da dipingere senza esitazioni, finché vive l’incanto. 

Severino Perelda 2013

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